Collaborazione con Apocryphal Gallery

Apocryphal Gallery è un progetto dell’artista romano Mario Nalli. La galleria vive soprattutto nel virtuale perché nel mondo tangibile e reale occupa un piccolo spazio: si tratta infatti di un modellino creato dall’artista. Nei pannelli modulabili vengono inscenate mostre che si articolano in immagini presentate su Instagram, come se si trattasse di vere esposizioni. Gli artisti sono chiamati quindi a comporre piccole tele, sculture e fotografie, che Nalli articola insieme come un demiurgo di questo spazio.

Per questa originale galleria ho creato due testi critici e fornito supporto per la presentazione e l’associazione delle opere. Di seguito sono riportati alcuni estratti dei testi di:

  • FOU RESTA, con opere di Federico Aprile;
  • PANGEE, con opere di Esmeraldo Baha.

FOU RESTA di Federico Aprile

“Fou Resta” è una foresta di impressioni, di memorie, di ciò che è passato e di qualcosa che rimane ma continua a mutare. È un’azione folle – fou in francese – e violenta attraverso cui si manifesta la natura in forme e colori verosimili, scatenata e impressa nella mente, come ricordo che si concretizza in immagine e crimine.

La dualità gioca qui un ruolo fondamentale: la rappresentazione in bianco e nero è la memoria, il colore è la sua manifestazione in movimento. Da una parte vediamo il negativo, la scena del crimine, che si fa astratta e quasi lontana, non più violenta. Dall’altra parte la spinta vitale in itinere, l’onda che si infrange, i lampi che danzano, le foglie che tremano, la potenza della natura che si manifesta con tutta la forza possibile, ma che rimane al suo posto, che muta e non muta, che continua il suo percorso di cui possiamo vedere solo un frammento.
Immagini e opere di FOU RESTA, Federico Aprile.
Apocryphal Gallery
Immagini e opere di PANGEE, Esmeraldo Baha.
Apocryphal Gallery

PANGEE di Esmeraldo Baha

“Pangee” è un gioco di piccoli continenti e di minuscole forme di vita fluttuanti che li attraversano. Gli unici esseri di questi mondi sperduti sono batteri e bruchi colorati, che mutano fino a diventare farfalle. Tutto è gioco e spensieratezza sopra quelle zolle di terra che invece sono costrette tra loro, ad incastro perfetto ma in equilibrio precario, pronto ad infrangersi al minimo movimento.

I bruchi fremono e danzano, come cromosomi artificiali e cangianti che si intrecciano tra loro. Quando sono pronti a compiere la propria evoluzione si intersecano al paesaggio, lo sconvolgono, lo rivoluzionano, lo feriscono. Tutto diventa colore, si compenetra e traspare in questo minuscolo universo che appare grande, amplificato da queste forme di vita ibride ed impalpabili.